I cattolici sono più avanti… senza DC

Alessandro Frosio risponde all’articoloI cattolici sono più avanti della DC” di Francesco Cristellon, pubblicato il 14 giugno.

Caro Francesco,

In un recente articolo, hai scritto che per molti “condividere il pensiero di Sturzo, De Gasperi, Moro, Andreotti e la Dottrina Sociale in continuo aggiornamento è diventata roba da vecchi, da passatisti che hanno rinunciato a vivere il presente in favore d’un tranquillo rifugio nel tempo che fu.” Contrariamente, tu sostieni che invece “abbiamo il dovere religioso di credere che anche nel 2022 i cristiani italiani abbiano la possibilità d’incidere, politicamente e non solo […], in questo mondo.”

A me, sinceramente, sembra che i cattolici, lungi dal rifugiarsi nei gloriosi ricordi del passato, incidano molto anche nel 2022, e che anzi abbiano ancora ben salde le redini del potere. Basta solo vedere la composizione di questo governo, in cui il mondo cattolico è rappresentato in molte delle sue sfumature, compresa quella ciellina da te citata: da Cartabia a Giorgetti, da Giovannini a Brunetta, da Gelmini a Carfagna, da Messa allo stesso Draghi.

Pensa anche solo a tutti i Presidenti del Consiglio che abbiamo avuto dal 1994: quanti di loro non sono cattolici? Solo Massimo D’Alema, inquilino di Palazzo Chigi per soli 427 giorni. Per il resto, è stata tutta una presidenza cattolica.

Mi viene alla mente il caso Lautsi: quando nel 2009 il nostro Paese fu condannato in primo grado dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per i crocifissi nelle classi, il nostro governo non esitò a fare ricorso per poi vincere, in secondo grado, di fronte alla Grande Chambre il 18 marzo 2011. Un caso anomalo, considerando la tendenza secolarizzante dei governi di tutti gli altri paesi europei.

Di cattolici in politica ce ne sono tanti, ed infiltrati ovunque. La cosiddetta Destra – tra rosari baciati al vento, il mantra Dio-Patria-Famiglia, Io-sono-Tizia-sono-cristiana e altri teatrini – non perde tempo per erigersi a paladina delle radici cristiane del nostro Paese, mentre il campo moderato continua a definirsi come ultimo difensore dei principi giudaico-cristiani su cui si fonda la nostra civiltà occidentale.

E anche la cosiddetta Sinistra – già dai tempi delle accoppiate con ulivi, asini e margherite – non mi pare più la terribile mangia-preti d’un tempo. Ormai, del vecchio apparato comunista, non ne rimane più nemmeno il ricordo, e ciò che era rimasto di anti-cristiano nei DS è ormai stato quasi completamente convertito al cristianesimo-democratico dalle correnti della sinistra DC che si sono fuse nel 2006 con i diessini, fondando il PD.

Dalle tue parole sembra quasi che la DC si sia sciolta unicamente sotto le forche caudine della Procura di Milano. Ma a decretare la disfatta di una formazione schiettamente cristiana in politica, oltre agli avvisi di garanzia, è stato il popolo italiano.

A testimoniarlo furono le fatidiche elezioni del 1994, in cui gli ex democristiani si presentarono alle elezioni con dei partiti che ancora si dichiaravano apertamente cristiani. E quali furono i risultati? Che il Centro Cristiano Democratico, con il suo 0,01%, il Parlamento non lo vide neanche con il binocolo, mentre il Partito Popolare Italiano di Martinazzoli e il Patto di Mariotto Segni insieme presero, alla Camera, 42 seggi con il proporzionale e 4 con il maggioritario.

Da allora, i cattolici in politica hanno capito che non possono più correre da soli, e per questo si sono affiliati ad altri, un po’ a destra e un po’ a sinistra, un po’ su e un po’ giù, fino ad inquinare – passami il termine – quasi tutte le formazioni politiche parlamentari. Una diaspora dolorosa, ma necessaria per sopravvivere.

E poi c’è “il fulgido esempio dell’esperienza universitaria, dove sotto le insigne di Obiettivo Studenti-Lista Aperta […] il mondo cattolico si è fedelmente compattato […], dando evangelica testimonianza d’unità e voglia d’agire coerentemente con la propria storia di cristiani anche nella politica”.

Io ho votato Obiettivo Studenti: sono cattolico, e da ormai cinque mesi frequento – tra entusiasmi e dubbi esistenziali – gli ambienti di quella gabbia di matti del CLU, dove – a discapito degli stupidi pregiudizi al gusto di Formigoni-Cia-Vaticano-Poteriforti-figlidipapà – ho trovato delle sincere e genuine amicizie.

Ma il mio voto all’amico di turno non basta: per trionfare ovunque, Obiettivo Studenti ne raccoglie a grappoli anche tra non ciellini, e ciò è possibile solo perché rappresenta l’unica soluzione moderata in un mondo universitario abitato da opposti estremismi. L’evangelica-testimonianza, infatti, temo che non c’entri più di tanto. Il motivo del voto a CL, per gli studenti extra CL, è lo stesso che per cinquant’anni ha animato gl’italiani che si sono turati il naso per votare DC: la mancanza d’alternative decenti.

Insomma: i cattolici non sono affatto scomparsi dalla politica. Semplicemente hanno trovato nella diaspora e nella mimetizzazione le uniche possibilità di sopravvivere, e continuare a governare.

Alessandro Frosio

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